Sospeso nel tempo e nella quiete delle Dolomiti, si sviluppa questo percorso che attraversa una valle incantata non molto conosciuta

Alessio Gabrielli  | 31 Ago 2024
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Escursione ad anello rilassante , facile che si snoda tra fitti boschi suggestivi, con squarci panoramici di grande impatto in un territorio meraviglioso e poco conosciuto tra il parco delle Pale di San Martino e il Parco delle Dolomiti Bellunesi, un luogo magico, sospeso nel tempo e nella quiete: la Valle del Mis.

Scheda tecnica

  • Tempo di percorrenza: 3 ore totali (soste escluse)
  • Distanza: 7.5 Km totali
  • Dislivello: 300 md+ totali
  • Difficoltà: Sentiero Escursionistico (E)
  • Segnavia percorso: cartelli bianchi/rossi, “IDT/Intrecci del Tempo e Val delle Mòneghe”
  • Periodo adatto: da giugno a novembre
  • Dove parcheggiare: A Sagron parcheggi poco dopo lo Chalet Giasenei, coordinate: 46°11’27″N 11°56’32″E

Itinerario nella Valle del Mis

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Dal parcheggio (1122 m) si torna leggermente indietro in direzione dello Chalet Giasenei per trovare il cartello bianco/rosso di inizio sentiero, sulla destra (“IDT/Intrecci del Tempo – Val delle Mòneghe”). Si imbocca la stradina che passa davanti ad una pedana di legno attraversando una suggestiva zona di grandi massi erratici.

Attenzione: poco dopo la pedana non si segue sempre l’evidente stradina bianca in salita, ma si deve deviare a sinistra verso una casetta isolata. Subito dopo l’edificio si trova il cartello e il primo dei diciannove totem che scandiscono il percorso e narrano degli “intrecci del tempo”, riportando memorie storiche di ieri e di oggi, e narrando leggende e curiosità varie sulla geologia della valle. Da qui in poi si cammina sempre nel fitto del bosco, a tratti a maggioranza di abeti rossi, a tratti formato da suggestivi faggi. Si prende il sentiero in leggera discesa passando di fronte a una calchera, un forno per la produzione di calce, insolitamente intatto.

Il sentiero scende ad una sterrata che va seguita a destra, inizialmente in salita e poi di nuovo in discesa mentre il tracciato da sterrato diventa di vecchio asfalto.
Si passa a monte di alcuni edifici e giunti ad una piccola radura il percorso gira a sinistra e diventa sentiero in discesa. Si scende in maniera ripida, tra tronchi abbattuti, per attraversare una stretta forra. Risaliti al di là si prosegue sul sentiero prendendo a sinistra al primo bivio. Il sentiero scende in vista della strada asfaltata ma senza raggiungerla e tenendosi parallelo ad essa.
Dopo il totem numero 4 si scende su di una strada asfaltata percorrendola verso destra, in salita. Ci si tiene sempre sulla via che procede graduale diventando presto sterrata fino ad un punto in cui si presenta un bivio evidente dove si prende a destra in salita (cartello “Prà de le Fante”).

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La pista forestale sale in maniera continua mentre a destra, in basso, appare alla vista la strada fatta in precedenza. All’unico bivio si tiene la sinistra raggiungendo in pochi passi gli edifici del Ronch de le Giasene (1185 m) posto su una radura.
La pista diventa sentiero tornando nel bosco e proseguendo la salita si giunge alla radura di Prà de le Fante (1244 m), nei pressi di un vecchio edificio di legno da cui si apre la meravigliosa vista sulle rocciose pareti del gruppo del Cimonega.
Diventata pista erbosa, il tracciato porta oltre l’edificio, ritorna nel bosco e porta al rifugio forestale (1265 m) dalla cui terrazza si possono ammirare le austere pareti che delimitano l’alta Val delle Mòneghe.

Dopo essersi riposati e aver ammirato il panorama, si prosegue sulla sterrata passando davanti ad una fontana e dopo una leggera salita si arriva nei pressi di una casa ben recuperata (1300 m circa). La strada diventa asfalta e comincia a scendere in maniera decisa, con diverse curve che fan perdere rapidamente quota e portando a sbucare a poca distanza dal parcheggio di partenza.

Sagron Mis

Curiosamente, questo comune trentino è l’unico della Valle del Mis che si trovi sullo spartiacque veneto (fa parte del bacino idrografico del Piave), tanto che è più vicino a Belluno che a Trento. Pizzicato tra il parco delle Pale di San Martino e il Parco delle Dolomiti Bellunesi, è un luogo magico, sospeso nel tempo e nella quiete. Inoltre questo comune non ha una storia antica, i primi ad insediarsi furono taglialegna e carbonai nel corso del XVI secolo, poi seguiti dalle famiglie creando così i primi villaggi. In seguito si sviluppò l’industria mineraria con l’estrazione di oro e mercurio. Nell’Ottocento l’esaurimento delle miniere costrinse all’emigrazione e l’attività principale degli emigrati fu l’artigianato delle sedie. Una curiosità è legata alla lingua di questi artigiani: comunicavano tra loro con un dialetto gestuale segreto, lo “scabelament dei conza”.

Informazioni utili per la Valle del Mis

Da Fiera di Primiero si segue la SS347 direzione Agordo. Superato Passo Cereda e giunti a Mis, indicazioni per Sagron; si attraversa il piccolo centro abitato seguendo le indicazioni per Matiuz.
Parcheggi poco dopo lo Chalet Giasenei, a 16 km da Fiera di Primiero.
Escursione priva di difficoltà e adatta a tutti, molto panoramica.
Turismo Trentino: www.visittrentino.info
Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi: www.sanmartino.com;
Pro Loco Sagron Mis: www.prolocosagronmis.it

Alessio Gabrielli
Alessio Gabrielli

Sono Alessio Gabrielli, ho 25 anni. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Tor vergata. Sto proseguendo gli studi presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo.



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