Avete voglia di trekking, ma anche di relax sonoro? Amate il rumore bianco e vi addormentate al suono della pioggia? Fate una inversione a U per conoscere le cascate più belle d’Europa, immerse nel verde e nei sentieri migliori per una piccola, o grande, scarpinata al sole.
Molte di queste cascate sono tanto antiche quanto vigorose nel suono, e i sentieri sono spesso adatti a tutti, sia agli appassionati come noi o ai meno esperti. Sono tutte visitabili da molto vicino, abbastanza da far bagnare le fotocamere quando farete delle foto. Pronti?
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Cascata delle Marmore
Matrimonio fra il Velino ed il Nera (affluenti del Tevere), la Cascata delle Marmore (qui, e in copertina) è la più alta cascata artificiale d’Europa e tra le più alte del mondo, a 165 metri su tre salti. Sono vicine a Terni e non sono solo alte, ma sono anche molto antiche: gli scavi cominciarono in epoca romana, nel 271 a.C., ed ebbero come obiettivo la bonificazione delle acque della palude di quella che oggi è la piana reatina.
Oggi come oggi è a flusso regolato, e infatti in certi orari i flussi aumentano per potenziare temporaneamente i vari salti: trovate gli orari qui. Le Cascate delle Marmore si usano anche per produrre energia idroelettrica. Si possono visitare all’interno del Parco Regionale Fluviale del Nera, al prezzo irrisorio di 12€ (acquistabile qui), considerati i 37.000 ettari esplorabili del parco. Trovate le indicazioni qui.
Le Cascate del Seljalandsfoss, da copertina
Nella costa meridionale dell’Islanda, la Seljalandsfoss è una delle cascate più famose, e sicuramente la avrete vista da qualche parte. È quella cascata in cui i visitatori possono vederla camminandoci dietro, permettendo un punto di vista che, come potete immaginare, è semplicemente da copertina.
Le sue acque derivano da un ghiacciaio di nome Eyjafjallajökull e si buttano con un salto di 60 metri in un laghetto immerso nel verde. L’ingresso è sicuramente gratuito, il viaggio un po’ meno. E sì, non sappiamo pronunciarla. Voi ci riuscite?
Le Cascate di Plitvice
Patrimonio UNESCO, nulla da dire: divenne il primo parco nazionale croato solo nel 1949. Nel 1991 ci fu uno scontro fra forze croate e serbe, creando ciò che ora si conosce meglio come la Pasqua di Sangue di Plitvice. Le Cascate di Plitvice stanno nel Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice, un paradiso fatto da 16 laghi a cascata che sono collegati da fiumi e ruscelli.
E che si trova fra due regioni: in quella di Lika e Segna e al 10% a Karlovac. La più alta è la Veliki Slap, che ha un onestissimo salto di 78 metri, senza scordare la Korana e la Plitvica. Una destinazione imperdibile, da visitare almeno una volta nella vita, così visitata che i suoi biglietti hanno prezzi variabili a seconda della stagione.
Le cascate High Force
Al centro delle North Pennines, la High Force è una cascata con un salto di 30 metri le cui acque si gettano nel fiume Tees. È vicina a Middleton-in-Teesdale. High Force è particolare perché è molto accessibile da un sentiero che porta ad un punto a picco sulla gola, ma anche perché c’è un percorso più adatto a noi di GoodTrekking che si fa tutto il fiume fino alla base della cascata.
Siamo al centro (o quasi) del Geoparco Europeo, e la cascata è visitabile tutto l’anno; si può fare anche birdwatching e andare per pub. Quando piove molto, poi, lo spettacolo raddoppia: il fiume Tees si sposta anche a destra, creando due cascate.
Cascate del Velo
Fra i punti di interesse più belli e importanti dell’Ungheria, le Cascate di Veil (o cascate a velo) nascono grazie ad un fenomeno un po’ strano, grazie all’anidride del Szalajka (un ruscello) evapora e porta tantissimo carbonato di calcio, di cui l’acqua è pienissima, creando effettivamente dei muri di pietra.
Le Cascate di Veil sono nel Parco Nazionale di Bukk, con un salto di 17 metri su vari livelli. Si chiamano così perché l’acqua, quando scende sulle rocce calcaree, crea un velo che ricorda il velo di una sposa. Si narra che una fata delle acque vivesse proprio dietro la cascata, custodendo un tesoro prezioso: più o meno simile al tesoro vichingo che dovrebbe essere nascosto dietro quelle vichinghe del Seljalandsfoss.
Crediti foto: Valerio Clementi e Carlo Grifone per le Marmore, wikimedia. Tutti i diritti riservati.
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